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Pronti? Si decolla!

Ora più che mai, la tua azienda deve essere solida come un aereo cargo da portare di aeroporto in aeroporto, di obiettivo in obiettivo, senza cha la tempesta di crisi e recessione ne minacci la velocità di crociera.

La parola onboarding, letteralmente salire a bordo, fa riferimento ad una delle best practice considerate cruciali per accogliere nel migliore dei modi i neoassunti all’interno della tua azienda e fare in modo che restino a lungo nell’organico.

Proprio come per i clienti, anche per le tue risorse umane la sfida non si esaurisce nel trovarle, ma nel farle rimanere.

L’onboarding è una vera e propria strategia di avviamento in azienda, completa del trasferimento delle competenze necessarie per operare con motivazione da soli e in team e per allinearsi, il più velocemente possibile, ai valori aziendali.

Questo è uno dei mille casi in cui una spiegazione scolastica è da cassare.

La cosiddetta “arte della maieutica” di Socrate, cioè quella di far scaturire regole di funzionamento direttamente dall’esperienza, è di gran lunga preferibile.

E poi, non c‘è niente di meglio dell’esempio delle risorse senior.

Guardare “quelli più bravi” che vivono l’azienda è il miglior metodo formativo mai inventato.

Come iniziare una strategia di onboarding aziendale?

Per iniziare una strategia di onboarding aziendale, ecco qui per te dei passaggi schematici:

  1. Elabora dei momenti in cui “inserire” la nuova risorsa nelle attività, facendoti dare dei feedback sull’esperienza;
  2. Le “cose pratiche”: parcheggio, pranzo, pause. Risolvi queste faccende il prima possibile, dissipando l’insorgere di qualsiasi tipo di equivoco. Non c’è tempo per queste bazzecole, sei d’accordo?
  3. Il valore della pazienza. Non avere fretta: una nuova risorsa non può sentirsi membro di una squadra in una settimana. Cura il suo inserimento e valutalo almeno a tre mesi;
  4. Chiedi la sua opinione, anche su temi “importanti”. Non c’è niente che aumenti il coinvolgimento quanto la discussione costruttiva;
  5. Assicurati che non passi i momenti di pausa da solo. Anche per le persone solitarie, l’inizio deve essere una fase di condivisione, anche nei momenti di relax. Così si cementano rapporti duraturi per il futuro;
  6. Durante e alla fine del periodo di avviamento, misura i risultati per toccare con mano l’efficacia del tuo operato e migliorare le strategie future di inserimento del personale.

Nel mercato del lavoro vecchio stampo, si dedicavano massimo tre giorni all’inserimento in azienda di una risorsa.

Capisci bene che, per fare le cose con dovizia ed efficacia, sono necessari dai tre ai sei mesi.

Proprio la durata di un tirocinio formativo extracurriculare.

Per questo motivo tale misura è, ad oggi, la maniera migliore per formare una nuova risorsa e avviarla a una futura assunzione aziendale, senza che la sua formazione sia un pesante costo che grava come un macigno sulle finanze aziendali.

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